PAGINA d’APERTURA
      

        Pubblicazioni

1 Governo Unitario Perenne

2 La Vera Democrazia

3 Giustizia Equa

4 Religioni e Unità

5 Scuola e Riforma

6 Codice Stradale

7 Calendario Solare invariabile

8 Sanità e Etica

9 Direzione di Enti e Società

10 Riflessioni varie

11 Poesie - Strofette

12 Vero e Puro Amore

13 Proposte attuative Democrazia

14 Pubblicità propria

         Autore: Bruno Giuseppe Fioravanti        E-mail > bgfioravanti@tiscali.it         
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così vede subito com’è realmente, poi, se vuole, può copiare o no –

 

 

 

 

 

 

 

RIFLESSIONI  VARIE

 

(temi etico sociologici)

 

 

 

 

(piccolo diversivo di un uomo in pensione)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ovale: \  ©
 


Autore

Bruno Giuseppe Fioravanti

 

 

 

Pubblicazioni  dello  stesso  autore

 

Titolo e nòcciolo del contenuto

 

1)      Governo Neutro Perenne Sempre Nuovo > Vera Democrazia - (può nascere solo da: -Sezioni comunali sempre attive -Elezioni circoscritte a Sezioni e Consigli -Liste con tutti gli aventi diritto -Elezioni a eliminatoria in tre turni - Voto Pro e/o Contro -Rinnovo annuale di un terzo di Deputati -Fuori dai Partiti e da ideologie);

2)      Scopriamo-Impariamo La Vera Democrazia - (formula di vera democrazia neutrale ed equa);

3)      Giustizia -Legge -Magistrati - (ipotesi innovative: attivazione d’ufficio, gratuità, rapidità, corresponsabilità);

4)      Religioni Unità e Governo Civile - (insegnamento pratico dell’amministrazione della cosa pubblica e dell’educazione morale e civile);

5)      Scuola e Riforma - Attestati Integrali - (titoli di studio completi di tutte le materie con voti specifici e cumulativi differenziati -mai più esami -mai più concorsi);

6)      Il Maxi Errore nel Codice Stradale - (l’attuale codice è costituito con le due norme fondamentali in contrasto tra loro e ciò determina intasamenti e favorisce incidenti - molti segnali sono incoerenti);

7)      Calendario Solare Invariabile - (i giorni dell’anno, del mese e della settimana coincidono sempre, perciò calendari e agende potranno essere perenni);

8)      Sanità e Etica - (diritti del paziente e affini);

9)      Sistema Operativo per Enti e Società - (il solo sistema direzionale gestionale che può garantire dignità, giustizia e serenità negli ambienti di lavoro e sociali);

10)   Riflessioni varie - (brevi riflessioni di un anziano in pensione);

11)   Poesie, Strofette e Preghiere;

12)   Il Vero e Puro Amore - (breve storiella sceneggiata).

 

Puoi trovare il tutto nel sito web www.uomonuovo.eu

 

 

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O P U S C O L O    C I R C O L A R E

 

S o n o   p e r   t u t t i   a n c h e   p e r   t e

 

Se vuoi puoi prendermi, leggermi e copiarmi; sei pregato/a solo di trattarmi con cura e di non seppellirmi in uno scaffale o peggio, ma di passarmi poi, al più presto, a persona che ritieni interessata alla cosa (idealisti, cercatori di verità, di giustizia e di logica – ti saranno grati), o di lasciarmi in luogo idoneo e appropriato (sul tavolo di qualche importante sala d’aspetto), affinché anche altri abbiano la stessa occasione.                      Grazie -

 

 

 

 

RIFLESSIONI  VARIE

 

(temi etico sociologici)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ovale: diritti: rispetto 
giustizia solidarietà
uomonuovo

doveri: onestà 
impegno coerenza

 

 

 

 

 

 

 

 

Autore

Bruno Giuseppe Fioravanti

 
D e d i c a

 

Al Signore del tempo, della vita e Re dell’universo a cui tutto dobbiamo e a tutti coloro che con impegno e sacrifici si sono adoprati e si adoprano ovunque e comunque per il vero bene umano.

 

 

 

 

 

 

Premessa

 

L’autore ha cercato di fare e di scrivere queste brevi riflessioni per se stesso, poi pensando possano essere di qualche interesse anche per altri le ha rese pubbliche.

 

 

Pace  e  bene 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  (Regola della gioia - Semina e opera sempre il bene, con amore e giustizia, e, pur senza vederne i frutti, sarai contento d’averlo fatto).

 


Perché credere in un Dio e nell’aldilà                         12.02.2003

 

Dobbiamo credere in un Dio perché da certi arcani che si notano o si verificano nell’esistenza e nella vita umana, si può dedurre che, oltre la nostra morte, c’è un’esistenza o vita superiore che ci attende, e ciò scaturisce anche dal semplice ragionamento logico dato dal fatto che la nostra vita non può finire nel nulla, in quanto, se così fosse, la vita dell’uomo non avrebbe senso, e se essa non avesse dovuto avere alcun senso ci sarebbero state attribuite solo doti simili a quelle degli animali, né avremmo avuto alcun profeta e fatto o evento misterioso.

 

Inoltre, l’esistenza di certi arcani, forze e potenze dimostrano che l’uomo, o almeno quelli intellettualmente superiori o più potenti, sono riusciti spiritualmente a sopravvivere alla morte, acquisendo un imprecisato stato ultraterreno.

 

Gesù Cristo stesso infatti, credo venuto principalmente per questo, oltre che per insegnarci a vivere in armonia, ce lo ha dimostrato chiaramente con la sua morte, risurrezione e ascensione al cielo. – /

 

Sull’esistenza e origini di Dio         12.04.2006

 

La Cultura Laica atea crede che tutto ciò che esiste sia casuale; che l’universo sia autonomo e sia sempre esistito e l’attuale stato di cose sia dovuto ad una evoluzione sequenziale di causa effetto insito nella natura stessa e/o per il variare delle circostanze esterne, ma comunque sempre fortuitamente, e il tutto abbia un’evoluzione circolare di inizio fine, estinguendosi e rigenerandosi autonomamente all’infinito. Di contro, per molti aspetti, crede che il nostro essere dipenda tutto dalla volontà di ciascuno di noi, senza spiegare, però, da cosa dipende la volontà e le sue differenze; che confusione!

 

La cultura religiosa storica Ebraico Cristiana, invece, insegna che l’unico Dio è Jahvè, inizio e fine di ogni cosa esistente, e che Egli è il primo e unico essere ben definito onnisciente e onnipotente che è sempre esistito e che ha creato il tutto dal famoso Caos o intruglio iniziale e abbia creato anche quello. Ma Lui da dove viene o come si è creato, se prima esisteva soltanto il nulla? -

Il tutto per noi è un mistero che non ci sarà mai dato di comprendere, o forse solo nell’aldilà, e solo se Dio vorrà farcene partecipi.

Tuttavia, sia in un caso che nell’altro, per la generazione umana, la realtà delle cose non cambierebbe affatto.

 

Per certi versi, poi, si potrebbe avanzare anche un’ipotesi diversa, e cioè che il tutto fosse gia esistito prima di Dio (Jahvè) e che Egli stesso sia o rappresenti l’evoluzione positiva di ciò che esisteva, sviluppatosi e realizzatosi con milioni o miliardi di anni, percorrendo, senza errare, all’incirca la stessa strada che stiamo percorrendo ora noi, strada che ha percorsa la nostra stirpe prima di noi; stirpe che è finita fuori strada rovinando se stessa e noi, suoi superstiti o discendenti, ma se non fosse finita fuori strada forse sarebbe divenuta un altro Dio, e se così fosse, sembrerebbe che nell’universo prima della nostra stirpe ce ne siano state altre quattro: tre positive, divenute Dèi del tutto simili (la verità non può essere che una) e quindi unitisi spontaneamente in “Unità Trina”, e una negativa lasciatasi attrarre da piaceri fuorvianti e sadici, divenuta entità maligna, che noi chiamiamo “demonio o satana”. Oppure soltanto tre, le cui anime buone e positive avrebbero formato la Divinità Trina, e quelle malvagie e sadiche che si sarebbero riunite nell’entità Satanica.

Ma anche se così fosse, per l’uomo, non cambierebbe nulla.

 

Ora Lui/Loro, il Dio uno e trino, dall’alto della sua raggiunta onnipotenza, onniscienza e santità (verità, scienza e amore), come un buon Padre, visto che la stirpe di Adamo ed Eva e nostra (5^ o 4^ che sia), già vissuta e progredita, precedentemente a noi, ha smarrito la strada auto-distruggendosi completamente o quasi e vedendo che noi, i superstiti o da essa rinati, corriamo nuovamente lo stesso pericolo, vuole aiutarci a ritrovare la strada perduta, e per riportarci nelle giusta via ci ha aiutato direttamente con eventi straordinari (Egitto, Palestina, miracoli), con i profeti e inviandoci perfino il suo unico figlio Gesù (forse l’ultimo dei tre, diventato Dio), senza volerci, però, condizionare eccessivamente, altrimenti saremmo ridotti alla stregua di schiavi o di animali (paurosi o istintivi), perdendo così la nostra identità e dignità, e Lui non potrebbe, poi, godere del piacere di vederci liberi, dignitosi e felici per averci aiutato solo per amore, nel nostro pieno rispetto. Egli forse vuole insegnarci, così, a divenire santi come Egli è Santo, cosa avvalorata sia dal racconto biblico della creazione dell’uomo (creato a sua immagine e somiglianza), sia da Gesù che ci ha detto di chiamare Dio “Padre nostro e di diventare santi come il Padre vostro che è nei cieli”.

 

Essere, quindi, come siamo per essere stati creati come si dice nella Genesi o per esserci divenuti tramite l’evoluzione della specie, come sostengono gli atei, fa solo la differenza che il Dio degli Ebrei e nostro, in questo secondo caso si sarebbe mostrato alla nostra passata Stirpe che poi errò, dando le sue istruzioni, solo quando l’evoluzione umana era giunta al punto di poter nettamente comprendere e ragionare, come ora si è mostrato a noi presso gli Ebrei.

(Dato le attuali conoscenze (2010), comprendiamo bene che Dio, nello ispirare gli antichi Padri (creazione, mela, serpente, disobbedienza), non potendo noi capire, dovette esprimersi per simbolismi così come fece).

 

Quindi la nostra stirpe umana sarebbe vissuta sulla terra prima dell’era attuale e in fine si sarebbe auto-distrutta totalmente o quasi per avere disubbidito ed errato nello scegliere la via da seguire (progresso evoluzione) e per non essere stata, più capace di tornare indietro, e noi siamo i superstiti o rinati da quella, con gli acquisiti difetti (peccato originale). Forse si annientarono con i loro stessi veleni e/o manomettendo l’albero della vita “DNA” come ora stiamo facendo anche noi.

 

Tali congetture confermano, comunque, ancor più la tesi che il Dio degli Ebrei e dei Cristiani è il solo, vero e unico Dio infinitamente buono che si prende, cura di noi solo per amore, essendo Egli Santo, in quanto il vero amore si realizza solo nella gioia e nel piacere di rendere gli altri felici, insegnando loro la strada per esserlo, ma senza forzarli, così come Egli fa, diversamente non potrebbe trarne la gioia vera.

 

La Santità e il vero Amore credo stia proprio nella gioia e nel piacere di rendere e vedere felici gli altri insegnando loro, senza chiedere nulla e senza vessarli, ma anzi facendo anche dei sacrifici per loro”. – /

 

Perché credere nel Dio degli Ebrei     12.02.2003

 

La Torà, o Sacra Scrittura ebraica, ci descrive e racconta tante evenienze in merito al Dio degli Ebrei, ma basta rifarsi solo a quelle che tutti conosciamo circa la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù in Egitto con Mosè, diversi eventi della loro storia successiva e i Profeti.

 

Cosa fondamentale, poi, sta nel fatto che il Dio degli Ebrei e nostro non è un Dio inerte come i vari presunti Dèi, ma è vivo e vegeto tant’è che nonostante tutto si prende cura continuamente di noi, inviando tuttora straordinariamente il figlio Gesù, la Madonna e suscitando Santi sulla terra e, tramite loro, opera ancora oggi tra noi con apparizioni e miracoli, veritieri e inconfutabili perché sono riconosciuti come fatti straordinari non spiegabili umanamente dalle più alte autorità della scienza, laiche e atee, ricordandoci frequentemente così, che dopo la morte ci attende una vita eterna molto più importante e più bella di questa, ma che, per meritarla, dobbiamo fare qualcosa; impegnarci, credere, sperare e comportarci come Lui (Dio) ci ha insegnato chiaramente tramite il proprio figlio Gesù (Vedi il miracolo eucaristico vivente, continuo e perenne di Lanciano - Chieti).

 

Molti di noi, cresciuti ed educati nella Religione Cristiana, si dichiarano atei, forse si illudono, così, di potersi esimere dal rispettare i dettami religiosi, e pensano di poter fare ciò che preferiscono, ma la giustizia Divina non si imbroglia, infatti, Egli, tramite il figlio Gesù, ha insegnata la strada esatta da seguire per cui non possiamo certo fare i nostri comodi fingendo di non aver capito; ha parlato più che chiaramente del rispetto e dell’amore (adorerai e amerai il Signore Dio tuo più di tutto e di tutti, e il prossimo tuo come te stesso), quindi, anche se la Chiesa non fosse totalmente coerente in qualche punto, noi non possiamo, per questo, certo ignorare gli insegnamenti di Cristo

 

Quando una persona è venuta a conoscenza della via da seguire non dovrà più ignorarla o eluderla, perché dopo il trapasso, trovandoci nella piena luce, saremo noi stessi a voler essere purificati nel fuoco della verità, della giustizia e dell’amore, in quanto sappiamo bene, fin d’ora, che fuori di questi è tutta cattiveria, ingiustizia e sofferenza.

 

Per convincerci e credere veramente, certe idee è bene approfondirle, però, per proprio conto, tramite letture, meditazioni e interrogazioni, perché noi siamo sempre diffidenti su ciò che ci viene propinato.

 

(Nella vita è bene avere sete di conoscenza e acculturarsi su tante cose, senza perdere tempo prezioso in discussioni e letture, di poco conto, come lo sport tifato o irreale). – /

 

Perché credere in Cristo figlio del Dio degli Ebrei

 

  1. Il Dio degli Ebrei, che è certamente vero, avendo mostrato in molti modi la sua potenza, lo ha preannunziato tramite i profeti;
  2. gli angeli di Dio hanno annunciato il suo concepimento e la sua nascita;
  3. lo stesso Dio ce lo ha presentato come suo figlio, in 2 circostanze (nel fiume Giordano e sul monte Tabor);
  4. ha insegnato che l’amore vero, solidale e disinteressato è la cosa più bella e gratificante che ci sia;
  5. tutto ciò che ha insegnato e fatto è, e sarà sempre vero e buono;
  6. ha fatto miracoli impossibili anche a pensarsi da mente umana;
  7. ha dato, inspiegabilmente, la sua vita per noi solo per insegnarci ad amare e per dimostrarci che la vita continua oltre la morte;
  8. è risorto dalla morte e si è mostrato a tante persone, una volta a oltre 500;
  9. è asceso al cielo alla presenza di tutti gli apostoli;
  10. di Lui hanno parlato tante persone, che lo hanno conosciuto e di cui possiamo fidarci perché lo hanno testimoniato a costo della loro vita, perfino Saul-Paolo che prima gli era stato contrario.

 

Perché credere in qualcosa o/e a qualcuno

 

  1. Perché si ha la conoscenza diretta della cosa - (non ha bisogno di spiegazione);
  2. perché sono cose tramandateci dagli avi e chiare a verificare, anche se arcane - (non ha bisogno di spiegazione);
  3. perché ce lo riferiscono persone di cui possiamo fidarci.

 

Come capire se possiamo fidarci o no di qualcuno

e credere in ciò che ci racconta e sostiene:

 

1.       Deve presentarci le prove - ma se non ne ha? …;

2.       deve essere persona ben conosciuta per la sua serietà per cui possiamo fidarci - però …;

3.       se sono più persone a testimoniare la stessa cosa, ciò costituisce maggiore garanzia - e …;

4.       se sono disposti a testimoniarlo impegnando cose importanti, siamo più sicuri - e …;

5.       più è importante ciò che impegnano, più si può essere certi - poi ...;

6.       se ciò che impegnano è la loro stessa vita all’ora si può essere sicuri - ma …;

7.       se viene loro davvero richiesta la vita e non sono disposti a sacrificarla, possiamo anche non credere - però …;

8.       se la sacrificano, e sono in tanti a farlo - da soli e in gruppo, in luoghi e tempi diversi - anche lontani tra loro e senza sapere nulla gli uni degli altri, allora si può e si deve essere certi che quel che sostengono e testimoniano è effettivamente vero, e questo è sicuramente il caso della Religione Cristiana. Cristo, i suoi miracoli e i suoi insegnamenti, sono stati tanti i martiri ad averlo testimoniato con la propria vita, tutti gli Apostoli (meno Giovanni sol perché tale prova non gli fu richiesta) e tanti seguaci di Cristo - pertanto coloro che, dopo aver conosciuto la storia Ebraica e Cristiana, non credono ancora, sono come quelli che dicono “io credo solo a ciò che vedo e tocco” (sono nell’errore perché smentiti da cose semplici e pratiche; basta pensare al microscopio, all’aria e a ciò che sta lontano);

9.       a maggiore sostegno, precisazione e certezza, va aggiunto che Cristo, oltre ad essere stato tradito da Giuda, fu abbandonato da tutti gli apostoli e dopo morto e sepolto la loro comunità si stava sciogliendo, ma dopo tre giorni gli stessi dovettero ricredersi, e tutti, dopo 50 giorni, si dettero unicamente alla diffusione della dottrina di Cristo, e a testimonianza di quanto avevano visto e udito, come anzidetto, diedero la loro vita; come mai tale cambiamento? Evidentemente anche la risurrezione, le apparizioni, gli ultimi insegnamenti, l’ascensione al cielo di Gesù e la discesa dello Spirito Santo, sono fatti realmente accaduti, altrimenti non si spiegherebbe il perché di tale radicale cambiamento – va detto e sottolineato, inoltre, che a testimoniare il suo credo in Gesù, primo tra tutti, fu Giuda suicidandosi per il rimorso e il pentimento dell’errore commesso – (Molti studiosi, infatti, sostengono che Giuda non intendeva tradire Gesù, ma solo porlo alle strette in modo che questi, con la potenza che possedeva, mettesse in atto un fare straordinario e anche maggiore di quello che Mosè attuò in Egitto);

10.   qualcuno paragona i martiri Cristiani ai gruppi suicidi di sette seguaci non si sa bene di quali inesistenti divinità – è certo però che questi sono gruppi di fanatici, infatuati, enfatizzati (drogati) al punto da giungere, con pratiche blasfeme e incitazioni di capi invasati, a una tale eccitazione da suicidarsi in massa - questi non sono martiri ma soltanto gruppi di pazzoidi invasati che non possono essere paragonati neanche ai camicaze, perché questi almeno danno la vita per un ideale ritenuto positivo, figuriamoci quindi se essi possono essere paragonati ai martiri Cristiani che si lasciano uccidere per tener fede alle proprie testimonianze;

11.   i Cristiani, invece, sono veri martiri perché hanno dato e danno tutt’ora in ogni parte del mondo la loro vita per testimoniare e insegnare ai piccoli (ignoranti, servi e schiavi dei potenti, dei vizi e del male) la dottrina di Cristo (dignità - giustizia - verità - amore e affini), con predicazione e operato contrario ai valori prettamente materiali (supremazia, piaceri e privilegi), creati ad arte dai potenti e da essi mantenuti con tanta fatica, per cui gli stessi vedendo compromessi i loro sforzi, li perseguitano in ogni maniera fino a farli uccidere. – /

 

Credere nelle regole del nostro Dio                     20.07.2001

 

Tutti noi desideriamo il meglio per il nostri figli, ma, per la nostra limitatezza, ci riesce difficile distinguere tra il bene e il male, infatti, oltre all’imponderabile, a volte le cose che sembrano buone, si rivelano cattive e viceversa, perciò spesso ci succede di indicare ai figli strade errate, ma ciò non succede certo al nostro padre Dio che è onnisciente, anche sul futuro e ci ama più dei nostri stessi genitori. (Mt 7, 7-12; Lc 11,9-13).

 

Pertanto, se seguiremo gli insegnamenti del Padre celeste propagati dalla Dottrina Cristiana, staremo meglio in questo mondo e dopo la morte del corpo, la nostra anima andrà in Paradiso vicino a Lui ove vivremo pienamente appagati, sereni e felici. – /

 

Lo Spirito e l’aldilà             12.03.2006

 

Come alla fine di ogni viaggio si lascia tutto e ci restano solo i ricordi piacevoli e/o spiacevoli la cui memoria ci darà gioia o dispiacere, così al termine della vita lasceremo tutto e porteremo con noi solo i ricordi di ciò che abbiamo fatto o non fatto di positivo e negativo in parole, opere e omissioni, e saremo giudicati secondo le nostre inclinazioni, doti e insegnamenti ricevuti, quindi ci sarà attribuito un premio, una punizione o una condanna a secondo i meriti e demeriti accumulati. Considerando, pertanto, che in quel luogo non vi possono essere assolutamente i nostri trucchi (prescrizioni, sanatorie, condoni e similari) ci conviene sicuramente agire con rispetto, onestà, giustizia e amore, e come prescritto da religione, leggi e buone usanze.

 

Ora credo che Dio per giudicarci, oltre al comportamento e alle inclinazioni proprie di ciascuno, farà certo anche la distinzione tra quelli che hanno sentito parlare, in modo esauriente, di Lui e del figlio suo Gesù, e quelli che non hanno mai sentito parlare di Loro o solo in modo confuso e non esauriente.

I primi saranno giudicati secondo la linea da Loro insegnata, mentre gli altri, saranno trattati in modo diverso, e sicuramente con più indulgenza.

Tuttavia, chiunque avrà aiutato il proprio prossimo nei suoi bisogni, sarà certamente accolto nel Regno del nostro Dio. – /

 

Il Paradiso               12.04.2006

 

Il paradiso sembra essere pienamente soddisfacente e appagante per tutti quelli che vi si trovano, in quanto, indipendentemente dalla quantità di meriti che abbiano accumulato in terra, Dio sembra avere un sistema per rendere tutti pienamente felici e soddisfatti, anche se in modo e quantità diversa; potrebbe essere come se a ognuno donasse una misura diversa, ma piena e traboccante di liquido della felicità, per cui sono tutti strapieni di felicità, di gioia e soddisfazione, tanto da non poterne contenere o sopportare di più. Nessuno pertanto sente il desiderio di averne ancora, né avverte alcun senso di disagio o altro per la diversità della misura, piccola o grande che sia.

 

Tale appagamento o soddisfazione potrebbe essere raffrontato alla soddisfazione e piacere che si prova davanti alle meravigliose manifestazioni della natura (fiori, frutti, profumi, animali, panorami, ecc.); si sta lì si guarda, si sente, si ascolta, si gode e si gioisce in una specie di sogno o beatitudine piena, senza avvertire alcun senso di disagio, di superiorità o inferiorità. – /

 

L’albero del Paradiso  (la felicità)               12.05.2006

 

La felicità, nel nostro animo, è come un bellissimo albero sempre pieno di splendidi frutti e fiori i quali emanano un profumo celestiale che pervade tutto ed è, per noi, anche fonte di vita e di gioia.

Detto albero non ha bisogno neanche di cure, però vive e si nutre del nostro rispetto, riguardo e bontà, quindi dobbiamo stare attenti a non maltrattarlo con la nostra condotta negativa materiale o spirituale, altrimenti potrebbe offuscarsi e perdere le sue portentose qualità, fino a seccarsi e morirne, e con esso anche il nostro spirito.

 

Se vogliamo, pertanto, continuare a godere dei suoi benefici, dobbiamo rispettare e trattare in modo appropriato e amorevole il nostro corpo e spirito, il prossimo, gli animali e tutto ciò che ci circonda, perché chi non vi si attiene perderebbe la bellezza esteriore e la serenità interiore e con esse probabilmente anche la salute fisica. Se poi a comportarsi in modo negativo fosse la stragrande maggioranza della popolazione, si potrebbe incappare anche in un nuovo peccato originale./

 

La Famiglia              1959/60

 

La tanto decantata famiglia, al giorno d’oggi, non sembra essere poi così tanto positiva come si vorrebbe far credere, tant’è che in essa sono avvenute e avvengono ingiustizie e violenze di ogni sorta compreso, anche l’omicidio, molti dei quali, nel passato, quando le indagini si facevano superficialmente e si credeva totalmente alle dichiarazioni dei familiari, saranno stati fatti passare per incidenti o suicidi.

 

Le sofferenze che, in certi casi, le persone più deboli sono costrette a subire e sopportare in famiglia, per molti aspetti, possono essere superiori a quelle che le stesse persone sono costrette a subire all’esterno; certe situazioni e costrizioni, inoltre, potrebbero aver causato e causare perfino esaurimenti, suicidi e forse anche pazzie.

 

La famiglia è certo il nucleo sociale ove più che in ogni altro ambiente si condensano e si sviluppano amore e solidarietà, ma vi si sviluppano anche egoismo e odio, per cui viene da pensare anche se la sua stessa permanenza e continuità, in una società che abbia raggiunto un alto sviluppo del collettivismo con tantissimi organi di assistenza sociale, sia più un vantaggio o un freno per l’evoluzione umana verso il bene sociale comune o sia meglio ideare un nuovo tipo di nucleo sociale base.

 

La famiglia è stata sì l’unica istituzione tesa alla continuazione e protezione della specie umana, ma si può anche dire che se l’egoismo è tanto radicato nella persona, ciò è dovuto proprio alla famiglia stessa per la sua chiusura verso l’esterno e il collettivismo generale, anche perché ciò è incentivato dalla libera e illimitata proprietà privata. Se invece la proprietà privata fosse ridotta a poca cosa (uno/tre milioni di Euro per famiglia – così come il divieto di poligamia, unica Legge giusta) saremmo certo molto meno egoisti e molto più aperti al collettivismo.

Se la riproduzione della specie avvenisse in modo diverso, non ci si sposasse più e non ci si conoscesse più tra genitori e figli, non ci fosse più la proprietà privata, forse ci si amerebbe vicendevolmente davvero come se gli altri fossero tutti nostri genitori, fratelli-sorelle e figli, e chissà che non si instaurerebbe una solidarietà e una pace sociale raffrontabile proprio a quella esistente oggi tra i componenti di una stessa famiglia in cui si vive d’amore e d’accordo! Chissà!? Gesù disse che nel suo regno, non esiste matrimonio.

 

Chissà che in futuro il nucleo famiglia non venga sostituito da comunità sociali di persone singole!? – /

 

Regola base del lavoratore            1973/74

 

La regola base del lavoratore deve essere che, contestualmente alla fruizione e godimento dei propri diritti (rispetto fisico e morale, retribuzione, assicurazioni e previste previdenze varie), egli adempia costantemente, con diligenza e impegno, i propri doveri, nel miglior modo e nel più breve tempo possibile, nel giusto interesse dell’utente e del datore di lavoro, pensando che da questi due è pagato per quello.

 

Necessita, tuttavia, precisare che spesso il lavoratore lamenta l’esiguità della retribuzione in rapporto al prodotto, senza tener presente altri settori e che il buon andamento sociale (servizi comuni di cui gode lui, famigliari non impegnati in lavori produttivi ed altri), dipende dalla serietà con cui egli adempie il suo lavoro.

 

Va sottolineato, quindi, che dato un giusto prezzo al prodotto uscito dalle mani del lavoratore, rapportato al tempo impiegato e ai vari parametri, se quel lavoratore produrrà di più il prezzo del prodotto potrà diminuire, se produrrà di meno il prezzo dovrà aumentare.

 

Nessun lavoratore, pertanto, può e dovrà fare il rapporto produzione retribuzione, ciò spetta solo allo Stato e al datore di lavoro, egli deve impegnarsi al meglio nel proprio lavoro e, al caso, potrà solo lamentare le difficoltà delle prestazioni e l’inadeguatezza della retribuzione per condurre una vita dignitosa come la maggior parte delle persone. – /

 

Diritti d’autore e brevetto              1974/75

 

I redditi per diritti di brevetto o d'autore dovranno dare un utile limitato nel tempo e quantificato al massimo al triplo delle spese sostenute per realizzare il prodotto; l’uomo ha per natura il diritto di vedere, sentire e imitare e/o riprodurre; chi non vuole essere visto, udito o imitato, ha soltanto il diritto di nascondersi al chiuso e di non essere spiato. (Cristo “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” – Matteo 10,8).

 

La libera e continua lievitazione dei prezzi, di proprietà illimitate, gli interessi sul denaro in deposito, il reddito per affitto di capitale e per diritti d’autore e di brevetto, sono tutte cose che determinano l’automatico arricchimento di pochi a discapito di molti, oltre a determinare produzioni di cose inutili, parassitismo, sperpero, miserie e guerre. (Qualsiasi capitale è stato e viene generato dal lavoro umano). / ­

 

L’intelligenza          1975/76

 

L’intelligenza è la facoltà di compenetrare i vari problemi e individuarne le relative soluzioni, in modo chiaro e veloce; essa è aiutata dalla cultura e dalla memoria, ma se poi, per le cose pratiche e materiali, il possessore manca di intraprendenza, determinazione, coraggio, o mezzi, tutto resta teoria e logica sterile (forse utile a qualche altro).

 

Esistono, quindi, intelligenze di tipo settoriale i cui possessori eccellono solo in determinati campi, ma per tutto il resto, sono come tanti comuni mortali, e intelligenze poliedriche, che spaziano in molti campi, come quella di Leonardo da Vinci. – /

 

L’E g o         1977/78

 

Io sono quel che sono, in virtù del tu, del noi, degli altri e di tutto ciò che mi circonda, che è poi la “Grande Unità”, la terra tutta e forse lo stesso Universo, e sono perciò una particella di essa.

Se non ci foste voi e tutto ciò che mi circonda non ci sarei neanche io, o se ci fossi, non sarei quel che sono, ma tutt’altra cosa, però sempre in relazione a ciò che mi circonda (se nell’aria, forse un uccello - se nell’acqua, forse un pesce - se sulla terra, forse un animale).

Comunque sia, quale essere ragionevole e parte del Grande Uno, devo cercare di occupare il mio tempo, il mio spazio e il mio posto, in conformità ad esso, usando e adoprandomi sempre in bene, per quanto mi è dato di conoscere, onde vivere cercando di migliorare le cose, ma sempre con delicatezza e parsimonia nel rispetto e in armonia con tutto ciò che mi circonda, vicino e lontano, senza nuocere oltre il necessario a niente e nessuno, e, forse, solo tale modo di agire, potrebbe portare sulla buona strada per una giusta e positiva evoluzione.

 

Se così non facessi, sarei una cellula parassita e/o cancerogena del Grande Uno, di cui faccio parte, distorcendone la natura e lo sviluppo, o ritardandone la sua normale buona evoluzione. – /

 

 

L’uomo Angelo o Animale             1987/88

 

La persona, a seconda del suo comportamento ponderato, rispettoso e amorevole, derivante anche dalla propria cultura ed educazione, può condurre una vita molto serena, tranquilla e gioiosa similmente a quella degli angeli; al contrario, invece, se molto istintiva, egoistica e violenta, la sua vita sarà demoniaca e simile a quella dei peggiori animali. – /

 

Tasse  Sociali          12.02.2001

 

Tutti desideriamo o pretendiamo diversi servizi sociali gratuiti o quasi (strade, scuole, medicine, ospedali e quant’altro), ma ben pochi rientriamo nella logica del pagare le tasse agli enti sociali preposti ad assicurarceli (Stato, Regione, Provincia o Comune), ed anzi pretendiamo addirittura di avere da loro aiuti e sovvenzioni in vari modi anche per le nostre attività private, come se essi potessero attingere i finanziamenti a delle fonti naturali inesauribili.

Quindi, dato che tali fonti non esistono, risulta chiaro che tutto deve scaturire o dal pagamento diretto degli utenti dei servizi specifici o dalle tasse che il popolo versa agli enti sociali suddetti, o da ambo le parti.

È chiaro perciò che le tasse vanno pagate doverosamente ed è anche chiaro che dovranno essere pagate dalla popolazione abbiente, in quanto coloro che non riescono a soddisfare neanche i propri bisogni di prima necessità (vitto alloggio e vestiario) e coloro che tirano avanti con le retribuzioni sociali più basse, anche se possedessero l’abitazione, non riuscirebbero a pagarle, a meno che non venga previsto di sopperirvi tramite prestazioni dirette di lavoro personale.

 

Va detto e sottolineato, invece, che coloro che, in proporzione, pagano più tasse di tutti, sono coloro che percepiscono le retribuzioni fisse, in quanto sono obbligati a pagarle 2 (due) volte: la prima con la trattenuta IRPF alla fonte, prima di prendere i soldi in mano; la seconda, con la tassa IVA all’atto di spenderli. Mentre i più abbienti (imprenditori-capitalisti), l’IVA la pagano con i soldi trattenuti al cliente, sempre che facciano ricevute legali, e per il resto, con i loro vari intrighi, versano una minima parte del dovuto, quando addirittura non riescono ad ottenere rimborsi o grosse sovvenzioni, anche a fondo perduto.

 

Ciò detto è chiaro che esiste un gravissimo errore di legge che va a gravare su tutte le persone a reddito fisso. Errore che può essere risolto solo con l’obbligo bilaterale (esercente e utente) della ricevuta fiscale per tutte le operazioni che comportano un pagamento di IVA; tassa che, poi, dietro presentazione delle stesse ricevute al Comune (Stato), dovrebbe essere, mensilmente, tutta rimborsata.

Tale sistema servirebbe, inoltre, anche per conoscere sia il vero bilancio dei vari conduttori economici, sia il tenore di vita delle persone, così da poterne stimare, con la massima precisione il reddito e le relative tasse dovute. – /

 

Responsabilità sociale        12.02.2002

 

-Tutti ci lamentiamo per i mali causati dall’egoismo umano, e tutti abbiamo due potentissimi mezzi per combatterli e ridurli al minimo; “il compiere i nostri doveri secondo le regole dell’onestà, del rispetto, della verità e della giustizia, e il contrastare i malfattori come meglio possiamo”, ma quasi tutti pretendiamo che siano gli altri a farlo mentre noi facciamo sempre ciò che più ci conviene o ci soddisfa – e allora !? -

 

Finché il popolo, anziché biasimare e accusare, le persone che fanno cose di cui dovrebbero vergognarsi e quelle che guadagnano ingenti somme senza far niente di veramente utile, ma anzi commettendo reati, danni e scandali, le onora e le osanna, non vedremo mai l’alba di una nuova vita dignitosa, onorevole e serena. E finché quelli che comprendono e posseggono i sani principi non saranno disposti a sacrificare nulla per diffonderli, non si potrà vivere neanche nella speranza di vedere quell’alba.

Infatti se le cose continuano ad andare male a causa dell’egoismo umano la colpa non è solo dei cattivi, ma anche della gran parte dei buoni i quali non sono disposti a sacrificare nulla per farle migliorare in quanto; non si coalizzano tra loro per ostacolarli, non accusano e non testimoniano contro, e spesso non esprimono neanche critiche negative nei loro confronti, e forse, a volte, si comportano anche come loro perché comportandosi onestamente rischierebbero d’esser, da quelli, derisi – e allora !? – /

 

Massime                  12.02.2002

 

La serenità e la gioia possiamo trovarle solo dentro noi stessi, ma dobbiamo cercarle nella semplicità, nel rispetto e nell’amore verso tutti e tutto, nella verità e nella giustizia, e pur tendendo a migliorarci e al raggiungimento delle nostre aspirazioni, dobbiamo saperci contentare di tutto: di come siamo, di quel che abbiamo e di quel che facciamo, altrimenti saremo sempre insoddisfatti e inquieti, anche se giovani, belli, liberi, famosi, con soldi e salute.

 

“Per godere delle cose, prima bisogna conoscerle culturalmente, averne buona stima e rispetto, e averle molto desiderate”./

 

“Non fare il male, e quando sei nel dubbio sul bene o male di quel che vorresti o stai per fare, soprassiedi e astieniti, finché non sei sicuro che sia cosa buona”. – /

 

Alla sera della vita              24.10.2004

 

Alla sera della vita, se avrai operato con rispetto, amore e giustizia verso tutti e tutto, ti sentirai sereno e tranquillo; non certo così se avrai operato con egoismo e indifferenza, pensando solo agli affari tuoi e facendo finta di non vedere e di non sapere o conoscere tutto il resto.

 

Pertanto, non essere avaro di te stesso con gli altri; aiuta sempre il prossimo sia con buoni consigli, sia col buon esempio, ma soprattutto, se necessario e opportuno, anche materialmente.

 

Operiamo, quindi, sempre al meglio a fin di bene facendo costantemente i nostri doveri e contrastando il male, almeno biasimando apertamente i comportamenti negativi, e, anche se perdessimo qualcosa o qualche presunta amicizia, pensando di non essere responsabili dei mali esistenti, ci sentiremo sereni e onorati. -

 

Non temere chi dice “fatti gli affari tuoi”, egli evidentemente è una persona limitata e prepotente; gli si può rispondere: “se uno stesse danneggiando una cosa di tua proprietà, o facendo del male a uno dei tuoi cari, e un altro stesse lì a guardare, senza intervenire in alcun modo, ti sembrerebbe un buon comportamento? – Cosa diresti di lui? – /

 

Come meditare            16.12.2004

 

1.       Essere sufficientemente sereni in ogni senso –

2.       Porsi in un luogo tranquillo (a letto nelle veglie notturne è l’ideale)

3.       Assumere una posizione rilassante –

4.       Chiudere gli occhi e metaforicamente anche gli altri sensi –

5.       Avere acquisito sufficienti cognizioni sul tema specifico-

6.       Entrare nel più profondo e neutro sé esternandosi da tutte le proprie identità (maschio / femmina – ricco / povero – giovane / vecchio, ecc.) conservando solo le cognizioni culturali con la scala dei valori sociali basati sulla verità, giustizia e sul vero amore –

7.       Concentrarsi e compenetrare il tema eludendo qualsiasi altro pensiero –

8.       I temi sociali considerarli sotto tutti i diversi aspetti (settoriale, locale, globale, particolare ecc.) –

9.       Considerare il problema, dall’inizio alla fine in giorni e notti diverse, tante volte (70 volte 7) quante sono quelle che occorrono per giungere alla verità certa e alla soluzione (scelta) sicuramente giusta ed esatta.– /

 

Il Tempo personale            27.11.2005

 

“Il tempo è ladro; esso non potrà mai restituirci il tempo che abbiamo sprecato, perciò se lo gestiamo male ci sottrarrà impietosamente gioie, piaceri e tempo futuro”.

 

-Il tempo non bene utilizzato è perduto (così come il denaro speso male) e non potrai più recuperalo; attento, potresti pentirtene!

-Oziare o stare sempre lì a parlare di sport, di moda, di apparenza o di altre baggianate, magari condite con parolacce, o a dire, o fare cose anche peggiori, non genera certo nulla di buono, ma anzi molto peggio; “l’ozio viene definito “il padre dei vizi”.

-Usa quindi il tempo libero, come opportunità, per rigenerare e curare il corpo e lo spirito come segue:

1.        per il fisico, scegli attività o sport non stressanti che possono essere praticati anche da solo, e sport rispettosi che non mettono gli avversari in diretto contrasto fisico, e mai strafare (chi non rispetta il proprio corpo dovrà pentirsene), così come cerchiamo di non stressarlo per motivi di lavoro, dobbiamo fare in modo di non stressarlo neanche per motivi sportivi o di piacere;

2.        per lo spirito cerca di accrescere la tua cultura generale in ogni campo, con buone letture, musica classica (a tono basso), poesia, corsi vari ed esperienze svariate anche manovali; osserva e rifletti, tutto contribuirà alla tua crescita intellettuale rendendoti sempre più consapevole di ciò che ti circonda e di ciò che ti aspetta aiutandoti anche nelle decisioni, e tutto ciò darà sempre più sicurezza, sapore e piacere al tuo vivere. – /

 

Libertà e colpe        12.09.2005

 

La persona che si macchia di grave colpa, specie se verso i propri simili, o che conoscesse, biblicamente parlando, in modo illecito (senza un atto di matrimonio o similare), più di una persona dell’altro sesso, difficilmente avrà più la pace e la serenità interiore, ma sarà quasi sempre insoddisfatta e agitata, perché, anche se non credesse nell’aldilà e fosse persona poco sensibile, detti fatti o esperienze determinano comunque sempre uno stato d’animo molto disturbato. – /

 

Il sesso e lo spirito umano             12.02.2006

 

Il sesso in relazione allo spirito umano credo sia una delle espressioni fisiche (nascoste), più importanti, forse perché è quello che presiede alla riproduzione della specie stessa; esso è la sfera del nostro corpo che più di altre, nella persona normale, influenza intimamente (in positivo o negativo), l’essere umano.

 

Credo, perciò, che il comportamento sessuale, sia uno dei settori che moralmente va tenuto in maggior considerazione e meglio curato; si dovrà, pertanto, essere rispettosissimi, gelosi e riservati di quanto concerne la sfera sessuale propria e altrui.

Pensiamo al disagio o all’amarezza che potrebbe causarci l’aver accordato l’amicizia, confidenza o favori a persona che si rivelasse, poi, indegna e ingrata; figuriamoci cosa succederebbe nel nostro spirito se a quella persona avessimo accordato la nostra cosa più intima, quella che maggiormente influenza il nostro essere!

 

Oggi, purtroppo, in nome del piacere facile e consumistico, si tende a sottovalutare l’importanza del problema e della serietà nel campo del sesso, senza tener conto dei mali derivanti dai rapporti sessuali illeciti. Questi determinano, tra l’altro, il deterioramento di gran parte dei valori morali e sociali, e il male causato dal libertinaggio in tal campo, con le sue innumerevoli complicanze, va a ripercuotersi negativamente, direttamente o indirettamente, oltre che su se stessi anche negli animi e talvolta nei corpi di coloro con cui tali persone hanno o avranno (in futuro) qualcosa in comune. – /

 

Lasciarsi morire - Lasciar morire - Aiutare a morire     20.09.2006

(Riflessione alla luce dei comandamenti della Religione Cristiana per i casi

in cui la vita non è più vita o è solo sofferenza senza alcuna speranza) -

 

Nella Religione Cristiana:

-il 5° comandamento - non uccidere - è stato dato come deterrente contro l’odio, l’ira, gli interessi e simili, ma non certo contro l’amore -

-il 6° comandamento - non commettere atti impuri - è stato dato perché il nostro Dio avendoci fatti a sua immagine e somiglianza, amandoci e risiedendo Egli stesso in noi, desidera che questo nostro corpo sia rispettato il più possibile e che il vivere sia il più dignitoso e naturale possibile –

 

Va anche detto che, relativamente al 6° comandamento, la Chiesa sembra parlare quasi solo di sesso, invece di peccati contro esso se ne commettono moltissimi: sovralimentazione, alcool, droghe, fumo, gare sportive spinte, tatuaggi, vari trucchi e operazioni per diventare o apparire ciò che non si è, ecc., ecc. -

 

-Gesù, poi, come ben sappiamo, ha perfezionato, semplificato e posto fine ad ogni equivoco con i suoi due nuovi comandamenti; infatti con essi ci ha dato la prova del nove, o cartina di tornasole, per poter ben valutare ogni problema:

-1° amerai il Signore Dio tuo, sopra tutto e tutti, con tutto il tuo cuore con tutto il tuo animo e con tutte le tue forze –

-2° amerai il prossimo tuo come te stesso - ovvero non farai al tuo prossimo ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso, e farai al tuo prossimo ciò che vorresti fosse fatto a te stesso

 

Alla luce di quanto sopra, quindi, in merito ai detti problemi, si ritiene di esprimere che, vivere o peggio sopravvivere attaccati a delle macchine nell’incoscienza o nella sofferenza, per il malato significa commettere peccato contro il 6° comandamento e non già contro il 5° - e per il suo prossimo significa peccare contro il 2° comandamento datoci da Gesù e non contro il 5° dato a Mosè.

 

Il nostro Dio è amore, non sadismo, per cui non vuole certo che l’uomo abbia a soffrire finché morte non giunga. La sofferenza umana non è certo punizione Divina, ma causata dall’uomo stesso per non aver rispettato la natura, altrimenti Dio non avrebbe certo sacrificato suo figlio per noi.

Negli anni ‘50/’60 il Clero cattolico fece un can can contro il parto indolore, oggi non ne parla più.

Per tanti errori, commessi in passato dalla Chiesa, oggi il Papa ha chiesto perdono, e però continua a commetterne di nuovi, per cui qualche suo successore, domani dovrà chiedere scusa per questi.

Lo stesso Papa Giovanni Paolo II° sembra abbia scelto di lasciarsi morire, anziché essere ricoverato senza speranze, e, se soffriva, gli avranno somministrato certo degli analgesici. – /

 

Il Filosofo                12.07.2006

 

La persona che non vedi mai sola e che parla continuamente non è certo un filosofo; al massimo potrebbe essere uno psicologo.

 

La confusione e il rumore sono generalmente contrari al pensare e al concentrarsi per poter discernere con chiarezza.

 

La vena filosofica si sviluppa soprattutto nella persona che parla poco e che passa molto tempo sola e in silenzio, perciò è favorita e attecchisce maggiormente in persone, anche umili, ma che vivono in modo modesto e ritirato e che pensano e si interessano anche alla soluzione dei vari problemi sociali.

(Ci sono poi, dei lavori e sport particolari, che favoriscono il pensare; sono quelli che vanno fatti solitamente in silenzio e in solitudine e che non impegnano troppo il corpo e la mente e si fanno quasi naturalmente e automaticamente - come il passeggiare). – /

 

Idealismo e Interesse         12.09.2007

 

Chi ragiona e agisce per interesse non riuscirà mai a vedere le cose nel modo giusto, né, perciò, potrà mai farle di propria iniziativa.

 

Chi, invece, ragiona in modo idealistico riuscirà molto più facilmente a scoprire e vedere la logica, la giustizia, il rispetto, l’onestà, la verità, la bellezza, la gentilezza, l’amore e tutte le cose buone della vita, e quasi certamente gli sarà dato di vivere con maggior serenità, tranquillità e soddisfazione. – /

 

Condivisione di Gioie e Dolori       11.04.2007

 

-Condividendo la gioia, “essa si moltiplica"

-Condividendo il dolore, “esso si divide"

 

Comunicando al nostro prossimo più prossimo, amici, parenti e vicini che ci amano e ci stimano, le nostre gioie queste, per la loro partecipazione dimostrata con presenza, auguri, complimenti ed altro, nel nostro animo, sembrano moltiplicarsi e renderci ancora più pieni di gioia, allegria e soddisfazione, e in effetti è davvero così.

 

Rendendo, invece, il prossimo compartecipe dei nostri dolori, la sua solidarietà e partecipazione in vari modi, sembra rendere questi, nel nostro animo, meno profondi o più leggeri e sopportabili, quasi se ne accollassero parte loro, e quindi paiono come condivisi tra tutti.

Poniamo, infatti, il caso di un incidente negativo soltanto dal lato economico; se il prossimo ci aiuta, in tal senso, la cosa è veramente condivisa e quindi lo strascico che essa lascerebbe nell’interessato, sia economicamente che psicologicamente sarebbe ridotto al minimo e quasi annullato.

 

(A tal proposito mi piace ricordare un’usanza che vigeva nelle nostre zone (provincia di Ascoli Piceno): quando a qualche contadino capitava che un fulmine gli colpiva e bruciava un mucchio di paglia o di fieno, egli non si preoccupava più di tanto; “faceva circolare la voce che il giorno x (circa 8/10 giorni dopo il brutto evento) avrebbe rifatto il mucchio di paglia o di fieno che gli era andato in fumo”, e puntualmente, in quel giorno (era molto caratteristico e bello vedere), dal mattino presto e fin verso le ore 12, verso quella casa colonica era un susseguirsi di carri, che recavano là il loro carico senza essere stati convocati e con gioia, al solo prezzo di un grazie e di un bicchier di vino, e in genere quel che il colono riceveva era più di quanto gli fosse andato in fumo). – /

 

La Felicità               12.02.2007

 

Tutti cerchiamo la felicità, ma sono pochi quelli che la trovano, perché quasi tutti noi, col miraggio di trovarla nel soddisfacimento dei piaceri materiali e la fretta di ottenerli prima possibile e/o degli altri, quasi sempre incappiamo in errori e mali, poi, non più rimediabili.

Nella vita invece ci vuole pazienza e ponderatezza, c’è il tempo per ogni cosa e ogni cosa va fatta a suo tempo; inoltre ci sono cose che non si devono mai fare e cose che devono essere curate continuamente.

Ci sono, anche, cose della vita che possono essere fatte o non fatte e solo in un determinato periodo, e cose per cui si ha addirittura un’unica occasione, perciò se sbagliate o fatte male non possono più essere disfatte o riparate; attenzione, quindi, a informarci bene su tutto ciò che ci può riguardare per non errarle o mancarle.

 

Relativamente a lavoro non possiamo certo fare molte cose diverse, altrimenti non riusciremo a farne nessuna abbastanza bene; se vogliamo poi trarne serenità e soddisfazione dobbiamo scegliere un ramo che ci sia congeniale e gradito, e non quello che dà il reddito più alto e subito; inoltre qualunque cosa facciamo dobbiamo cercare di farla al meglio.

 

In relazione alla cultura e passatempi, invece, se non si vuole eccellere in qualche campo, cerchiamo di interessarci un po’ a tutto, così potremo assaporare soddisfazioni diverse e forse cavarcela anche meglio (forse è meglio saper parlare più lingue, anche se non bene, anziché una sola perfettamente, così come sapersi spassare in più modi anziché in uno solo).

Una cultura vasta e polivalente, tra l’altro, oltre a dare più sapore e gioia alla vita, aiuta anche ad errare meno.

 

Tutti alla nascita riceviamo un corredo (dato dal D.N.A. ossia doti o capacità fisiche e intellettive) che rappresenta il nostro patrimonio per la vita, e iniziamo così tale avventura in modo abbastanza paritario. Successivamente possiamo, poi, differenziarci anche di molto a seconda dell’ambiente, delle possibilità familiari, dell’educazione ricevuta e degli sforzi di applicazione che ciascuno di noi fa per evitare cose negative e per protendersi verso mete positive.

Per fare una similitudine, la vita che c’è stata donata può essere paragonata ad un terreno donatoci su cui ci sono già tante piante, ma che possiamo anche valorizzare maggiormente col nostro operare, pertanto, per poter vivere, tanti beni ci sono, ma bisogna pur sempre prenderli o raccoglierli e trasformarli, per altri invece dobbiamo disboscare, costruire, dissodare, piantare, seminare, curare, ecc. (vedi le abitazioni che addirittura mancano).

Se cureremo, quindi, le cose importanti con ogni riguardo, esse potranno darci serenità sostentamento per molto tempo e forse per tutta la vita, se invece non lo facciamo o lo facciamo male e fuori tempo o luogo, non potremo fruire poi dei relativi prodotti o benefici, e ciò si rifletterà negativamente su noi e sui nostri cari causandoci privazioni e sofferenze di ogni sorta, per non parlare, poi, di ciò che potrebbe causarci la pratica di cose totalmente deviate come vizi, soprusi e violenze.

 

Stiamo attenti, perciò a fare le cose come vanno fatte rispettando e seguendo leggi, insegnamenti, buone usanze e tradizioni e, se non pretenderemo troppo, potremo vivere piuttosto tranquilli e sereni. – /

 

L’Umiltà      12.07.2007

 

L’umiltà è:

-il riconoscersi un nulla di fonte a Dio e a tante cose e persone;

-la non superbia e arroganza nei confronti del prossimo;

-il non stimarsi superiore al prossimo;

-il non ritenere o pretendere d’avere sempre ragione o che le proprie

 opinioni siano sempre migliori di quelle altrui, dandolo addirittura per

 scontato.

Non è però anche conformismo, annichilimento o disistima di se stesso e il non esprimere neanche le proprie opinioni, come pretende qualcuno (dirigenti per subalterni, Clero per tutti gli altri).

 

L’umiltà, vocabolo tanto caro a padroni, superiori e clero, per tappare la bocca ai non graditi, è un sentimento o un modo d’essere che di solito si identifica col tacere, ascoltare, annuire approvare ed eseguire – col non criticare, col non esprimere e non insistere nel sostenere i propri punti di vista, con lo starsene sempre dietro rispetto agli altri, meno, però, che sul lavoro, sulle rinunce e sui sacrifici.

 

In questo modo quindi ha potere decisionale incontrastato solo colui che si trova al vertice del comando (non si sa bene in virtù di che e come vi sia giunto, ma non certo con l’umiltà), gli altri sembra non possano, anzi non debbano porsi né porre alcuna domanda e se avessero qualche idea o ispirazione su un problema, sembra non debbano neanche esprimerla altrimenti sarebbero tacciati di Superbia. (La Parabola del buon pastore viene travisata e intesa a piacimeto).

D’altro canto però la logica non è così, perché chiunque pur non ricoprendo il posto di comando potrebbe intuire e capire un problema e trovare una soluzione migliore – perché quindi dovrebbe tacere? – L’esprimere pareri non è detto sia sempre superbia, anzi spesso è amore e altruismo - così come il tacere non è detto sia umiltà, in tanti casi può essere egoismo se non addirittura cattiveria. (Vedasi omertà, diritti d’autore, invenzioni o brevetti specie relativi a medicine!).

 

Gesù ha detto “gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date” e certo intendeva, senza tema d’errore, anche le idee, le ispirazioni, i poteri taumaturgici, oltre che l’aiuto pratico ai meno fortunati e più bisognosi senza colpa; non giustifica certo, però, coloro che intendono vivere, alle spalle degli altri, da parassita o sfruttatore, anzi questi li ha condannati apertamente.

 

L’importante è seminare; come si può seminare, però, senza farsi avanti e proporre? Non si può certo fare tutto con l’esempio. – /

 

Consumismo e Crescita     2007

 

Il famoso usa e getta delle cose e il consumo accelerato senza adeguato sfruttamento e usura di esse, apportato dalla tecnologia e dall’industrializzazione, è un sistema super negativo favorito, incentivato, e subdolamente calcolato dagli stessi imprenditori costruttori dalle merci, i quali anziché fare o costruire un attrezzo il più perfetto e duraturo possibile, studiano il modo di realizzarlo al contrario o limitatamente a un unico uso o al solo periodo per cui concedono la garanzia stessa sulla merce.

 

Tale comportamento è determinato dalla loro ingordigia e dal fatto che il loro reddito è strettamente legato alla quantità di merce prodotta e venduta, per cui, incuranti di qualsiasi cosa negativa diretta o indiretta possa derivarne (anche se fondamentali per la vita), tendono sempre e in qualsiasi maniera ad aumentare la produzione per aumentare i propri guadagni. E quel che è peggio e gravissimo, è che neanche lo Stato si preoccupa di arginare tale costume fraudolento e disastroso, ma anzi al contrario, quando rallenta la produzione, anche se per diminuzione di popolazione o saturazione del bisogno, ne incentiva e favorisce la ripresa e crescita correndo subito ai ripari con ogni mezzo; perfino con elargizioni di denaro a fondo perduto agli imprenditori. (La produzione della merce non dovrebbe essere mai superiore al bisogno).

 

Consumismo significa:

-bruciare il proprio lavoro, guadagno, tempo libero, benessere e beni

  fondamentali;

-andare contro la pace, la serenità e la crescita spirituale;

-depauperare le riserve naturali terrene;

-inquinare l’ambiente atmoterraqueo;

-rovinare la vita degli animali e dei nostri discendenti;

-commettere un nuovo gravissimo peccato originale. – /

 

Progresso o Sfacelo                        18.09.2007

 

L’uomo, per lavorare meno e condurre una vita meno affaticante, più comoda, serena e gioiosa, inventa ogni sorta di mezzi meccanici, tecnici ed elettronici, però poi a causa del suo ingordo egoismo, ci si complica la vita in modo catastrofico: ammassamenti di popoli in siti ristretti e condizioni disumane, disoccupazione, fame, lavoratori nullatenenti con redditi miliardari, distruzione e avvelenamento dell’ambiente atmoterraqueo con stravolgimenti delle condizioni naturali tali da mettere a repentaglio la sua stessa normale sopravvivenza sulla Terra.

 

L’uomo tecnologicamente avanzato, da quasi due secoli, sta vivendo in modo carnevalesco e irresponsabile, solo per puro egoismo e piacere negativo, e si sta proiettando verso l’ignoto, che pre-appare già disastroso, a una velocità vertiginosa e quasi irrefrenabile; pertanto, se non cambierà subito e radicalmente il proprio modo di essere, in questo terzo millennio dell’E.C., forse determinerà la propria fine o causerà agli eredi un nuovo male peggiore di quello che ci causarono i nostri progenitori (Adamo ed Eva).

 


Amicizia e concordia – ma?             12.02.2008

 

Come scegliere l’amico/a, affinché ci si possa trovare d’accordo su quasi tutto e si abbia anche un’altissima probabilità di portarci avanti una relazione continua, duratura e soddisfacente. (Premessa anche per un buon  matrimonio duraturo da vivere in amore e concordia).

 

Da un lato si può pensare che un rapporto d’amicizia, per essere anche soddisfacente e duraturo, dovrebbe essere fondato sulla complementarietà; cioè diversità di doti e caratteristiche delle due parti, così che agendo, l’un l’altro per compensazione, si potrebbe instaurare un rispetto reciproco, per consenso-assenso, parlando e consigliandosi insieme su ogni cosa, ma senza forzarsi, vicendevolmente, più di tanto e lasciando la decisione a quello che più è informato e competente nel campo in questione. Ciò significa che ognuno si occupa peculiarmente delle cose a lui più confacenti per natura, inclinazione e cultura, e che insieme si adoprano per il buon andamento del tutto.

 

Questa ipotesi sembra configurare un rapporto buono e vivace, generatore, però, di qualche discussione che se troppo accese e frequenti potrebbero determinarne la rottura.

 

Da un altro lato si può pensare che il rapporto d’amicizia, per essere anche soddisfacente e duraturo, dovrebbe essere fondato sulla similitudine; cioè, le due parti più sono simili per doti, gusti e caratteristiche (livello sociale, natura, cultura, idee, politica, religione, passatempi e quant’altro), maggiori saranno le probabilità di concordare più facilmente le soluzioni dei vari problemi, e perciò, tra loro, difficilmente sorgerebbero opposizioni e contrasti, tali da compromettere il rapporto.

 

Questa seconda ipotesi configura un rapporto buono, ma un po’ monotono, monotonia che se troppo prolungata potrebbe degenerare in noia e tanto deleteria da portare fin’anche alla rottura.

 

Concluderei dicendo che in questo secondo caso, anche se il rapporto guastasse, avrebbe molte probabilità di restare entro limiti civili accettabili, mentre nel primo caso forse potrebbe anche sfociare in fatti gravi, quindi ritengo senz’altro preferibile il caso della similitudine. /

 

Coppie di fatto         12.02.2003

 

Relativamente all’attuale problema etico-sociale riguardante le coppie di 2 (due) maschi o di 2 femmine che desiderano acquisire i diritti simili a quelli dei coniugi, direi di risolvere il problema con una semplice legge che preveda un “contratto socio-amicale di convivenza e reciproca condivisione, collaborazione e assistenza”, contratto che possa essere celebrato anche da un comune notaio, ma non certo chiamato “matrimonio” o “nozze”.

Cosa vorrebbe significare se in una coppia di uomini l’uno per indicare l’altro dicesse “mio marito”? Così come se in una coppia di donne l’una per indicare l’altra dicesse “mia moglie”!

 

Per quanto concerne il contorno sociale, fermo restando il diritto al rispetto come per tutti gli esseri umani, essere diverso dagli etero-sessuali, non significa certo essere normali né superiori, quindi esteriormente si dovrebbe tenere un comportamento educato, discreto e riservato, e se qualcuno ostentasse il tutto come cosa molto onorevole, alla gente comune sembra invece cosa negativa e contro natura. /

 

Il nostro futuro        12.03.2008

 

Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, col nostro operare o non operare, con le nostre scelte o la nostra indifferenza, anche se non ci pensiamo, contribuiamo a realizzare il nostro futuro, sia materiale che spirituale, sia per questa vita che per l’altra, pertanto è necessario acculturarci su tante cose, specie su quelle più prossime e importanti, che potrebbero interessarci o capitarci (amicizie, studi, lavoro, passatempi, spiritualità, amore, ecc.), onde essere sempre pronti a fare le scelte giuste.  E quando non sapessimo cosa fare o scegliere, specie per cose importanti, soppesarle più volte sotto i vari aspetti, materiali e spirituali, presenti e futuri (ovviamente dando più rilevanza al lato spirituale), e non tralasciando di ricorrere ai pareri di chi, in materia, ne sa certamente più di noi e possa ben consigliarci, nel nostro interesse.

Cerchiamo, comunque, di comportarci sempre con rispetto e amore verso tutti e tutto, e di vivere senza tanti assilli, fidando in Dio, nella natura e nella sorte, sicuri che la mèta finale sarà il “pieno amore”, e che prima o poi (tra di qua e di là), tutti riceveremo sicuramente il giusto (premio, punizione o condanna), per come ci siamo comportati. -/

Carattere - Personalità       03.05.2008

 

Nei momenti di autocritica super negativa, dobbiamo pensare che, se nella vita abbiamo commesso degli errori o le cose ci sono andate in modo indesiderato e sgradito, la colpa non è certo tutta nostra (forse il 20%, l’80% chissà?) in quanto il nostro carattere e la nostra personalità dipendono ben poco da noi, ma sono stati determinati principalmente dalla sorte o dal caso, perciò totalmente incontrollabili da noi; vedi le doti positive o negative ricevute da madre natura nell’arco del nostro concepimento; vedi le sollecitazioni positive o negative che abbiamo ricevute nell’ambiente in cui abbiamo trascorso i nostri primi anni di vita (da zero a 12/13), che sono i più importanti per la formazione del carattere e della personalità di un essere umano.

 

Noi siamo il risultato o il prodotto delle esperienze vissute e di quanto abbiamo visto, udito e del modo in cui ci sono state dette o presentate tante cose, di essere stati ignorati, incoraggiati o repressi, o per esserci stata accordata troppa libertà, ed altre; dal tutto, si è formato il nostro temperamento: coraggio, intraprendenza, paura, indecisione, costanza, rinuncia e quant’altro, cose che, poi, possono sospingerci a destra o a manca e forse anche a fare cose sgradite a noi stessi.

 

Ecco perché l’importanza del rispetto, dell’amore, della cura che si deve ai bambini e ragazzi nei primi anni di vita, educando, stimolando, frenando, incoraggiando e quant’altro e fornendo loro anche tutto quanto necessita per un buono sviluppo fisico psichico.

 

Il giovane dopo detta età inizierà, secondo quanto appreso, ad affermare se stesso o ad essere timido e indeciso, e sempre con maggior forza o importanza, e ne andrà di mezzo anche il profitto nello studio, nell’apprendere un’arte, una professione e il relazionarsi col prossimo.

 

Da grandi, poi, i nuovi insegnamenti e il cercare di remare, verso la sponda positiva, indicata da leggi civili, morali, usi e costumi, non si sa in che percentuale possa influire sul comportamento reale della persona, e quanto possa sopperire alle eventuali carenze, mancanze ed errori commessi, dai responsabili educatori di bambini e adolescenti.

 

Sostenere, quindi, che tutto dipenda da predestinazione o dalla propria volontà è certo errato. C’è forse qualcuno che desidera incidenti, malattie o qualcosa di cui non ne ha conoscenza?

 

E quanto espresso è avvalorato anche dal fatto che il più grande Maestro del passato (Gesù - il Cristo), oltre a darci regole di comportamento sempre valide, raccomandò anche di non giudicare, essendo noi tutti diversi e quindi incapaci di comprendere l’altro, e a testimonianza di ciò disse “non giudicate, altrimenti sarete giudicati con la stessa misura con cui giudicherete il prossimo”. /

 

Il Vero e Puro Amore

 

Il Vero e Puro Amore è scevro da qualsiasi scopo e interesse materiale personale, e chi lo sente (lo prova, lo possiede) gioisce nel vedere la persona amata, in salute, libera, gioiosa e appagata, e a tal fine è disposto a qualsiasi sacrificio, anche a rinunciare alle proprie necessità, desideri, piaceri e istinti naturali, e, se necessario, giunge a dare anche la propria vita per essa.

 

Per fare una similitudine, il vero amore potrebbe somigliare molto, pur se diverso, a quello che un bravo genitore prova per i propri figli, ed essere, forse, anche più bello e appagante. /

 

 


Riflessioni  dure                    12.03.07

 

Tutti ci lamentiamo per i mali causati dall’egoismo umano, e tutti abbiamo due potentissimi mezzi per combatterli e ridurli al minimo; “il compiere i nostri doveri secondo le regole dell’onestà, del rispetto, della verità e della giustizia, e il contrastare i malfattori come meglio possiamo”, ma quasi tutti pretendiamo che siano gli altri a farlo mentre noi facciamo sempre ciò che più ci conviene o ci soddisfa – e allora !? -

 

Finché il popolo, anziché biasimare e accusare, le persone che commettono abusi e reati, e quelle che guadagnano ingenti somme senza far niente di veramente utile, ma anzi commettendo trasgressioni d’ogni sorta, le onora e le osanna, non vedremo mai l’alba di una nuova vita dignitosa, onorevole e serena. E finché quelli che possiedono sani principi non saranno disposti a sacrificare nulla per diffonderli e per contrastare i disonesti, non si potrà vivere neanche nella speranza di vedere quell’alba.

 

Infatti se le cose continuano ad andare male a causa dell’egoismo umano la colpa non è solo dei disonesti, ma anche della gran parte degli onesti i quali non sono disposti a sacrificare nulla per farle migliorare in quanto; non si coalizzano tra loro per ostacolare i malfattori, non li accusano e non testimoniano contro, e spesso non esprimono neanche critiche negative nei loro confronti, e forse, a volte, si comportano anche come loro perché comportandosi onestamente rischierebbero d’esser, da quelli, derisi – e allora !? /

 

 


Vademecum per una Vita Coniugale Serena e Felice

 

- Basi: Affinità, Amore, Gentilezza -

 

 

1)          Rinunciare alle abitudini di giovane libero/a, conservando dal passato solo ciò che è condiviso serenamente dalla dolce metà –

2)          Intraprendere una nuova vita comune facendo solo tutto ciò che è gradito anche all’altra parte, vivendo in piena condivisione –

3)          Rappresentare per la nuova parte la dolce metà, che con la mia diversità si completa, cercando di sopperire amorevolmente a tutti i suoi bisogni e di costituirci un’unità perfetta –

4)          Rispettare, Onorare e Custodire realmente la nuova metà col mio comportamento e considerarla, per quanto possibile, superiore o pari a me –

5)          Essere solidale e unito/a, anche con la presenza, alla nuova metà, considerando che tutto ciò che la/mi riguarda mi/la riguarda - (non esiste nulla che possa  riguardare solo la metà di un unico)

6)          Nel caso di problemi di una certa rilevanza, informarsi il più possibile su di essi da soli e insieme, poi parlarne sotto tutti gli aspetti, in modo aperto, pacato e franco (tenendo sempre presente la regola d’oro delle discussioni, ovvero; “cercare di capire le ragioni altrui e non d’imporre le proprie”), quindi giungere sempre a una soluzione chiara e condivisa, e mai forzata” –

7)          Ogni mattino quando mi sveglio fare le seguenti riflessioni e relativi buoni proponimenti: “cosa devo fare oggi per essere gradito alla mia metà, e cosa non fare per non esserLe sgradito?”, poi metterli in pratica, iniziando con un affettuoso bacetto, che può essere pure ripetuto nella giornata –

8)           Mantenere sempre un’atmosfera aperta, amicale e gioviale, anche tramite la compartecipazione a feste sociali, religiose e civili - (coppia silente - amore morente) –

9)          Condividere, fin dall’inizio, l’idea dell’eventuale arrivo di figli e tutti i mutamenti che comportano.

 


Perché troppi nostri ragazzi si perdono ?               10.08.10

 

Le principali cause per cui alcuni nostri figli si perdono, credo siano la mancanza di istruzione e di educazione, le quali non vengono insegnate né dallo Stato, né dalle Religioni, né dalla pubblica informazione, sia perché questa interessata e asservita com’è, non fa altro che esaltare cose negative di ogni genere (consumismo sfrenato e libertà), sia perché ricchi e potenti, per ragioni di discrezionalità, hanno tutto l’interesse a mantenere il popolo ignorante. La famiglia, poi per via dell’attuale vita sociale, ha perduto gran parte della sua influenza sui figli.

 

Infatti le cose più importanti per la formazione di una sana personalità e carattere come: -abitudini da prendere -cose da evitare -scelta di compagnie, amicizie (partner) -il necessario sul sesso -come essere coniugi, genitori e figli -spiritualità ed altre, nessuno le insegna. Cose che unite alla maggiore disponibilità economica e a quanto di negativo esiste (droghe, libertinaggio, ecc.), anziché accrescere la voglia di vivere, genera scadimento generale di costumi, valori e desideri, deprezzando la vita stessa.

 

Inoltre molti genitori per farsi benvolere od altro, regalano ai figli ogni sorta di cosa, ancor prima che essi l’abbiano desiderata, perciò bimbi e adolescenti vengono spesso soddisfatti (ingozzati) di tutto, e alcuni continuano fin’oltre i 15 anni; così alcuni di questi, paghi di tutto e non avendo ricevuto sufficienti informazioni sulle cose importanti, si fanno attrarre dai cattivi compagni e dalle brutte esperienze, esperienze che, a volte, giungono alle peggiori trasgressioni le quali possono determinare anche stati che sfociano in situazioni gravi, se non fatali.

 

 

(Questi certo alcuni importanti motivi per cui troppi nostri figli si perdono!). //

 

 


Democrazia  Vera  è:          12.02.1999

 

1.       pluralismo, ovvero interesse sociale primario e partecipato di tutto il popolo-

  1. ordine - trasparenza - rispetto - giustizia - solidarietà-
  2. strutturazione amministrativa piramidale, chiara, semplice, pratica e funzionale, su 6 livelli nazionali più 2 internazionali -
  3. ogni organo sarà rappresentato in quello superiore da 18 delegati divisi in 3 gruppi da 6 membri e ogni anno sarà rinnovato un gruppo (governo neutro perenne e sempre nuovo)-
  4. in ogni posto o seggio sempre tre incaricati alla pari-
  5. incarichi e permanenza triennale in ogni livello con passaggio a quello superiore, se eletti-
  6. organizzazione elettorale e dei candidati nelle sezioni comunali, al di fuori da ogni corrente politica o ideologica-
  7. liste di candidati non ristrette e prefissate, ma con tutti gli aventi diritto-
  8. elezioni circoscritte alle Sezioni e ai Consigli così che elettori e candidati si conoscano sempre direttamente e appartengano alla medesima zona e regione-
  9. votazioni a eliminatoria in 3 turni, da tenersi annualmente (entro 21 giorni)-
  10. facoltà di esprimere voti, sia pro che contro i vari candidati-
  11. -Delegati del sesso in minoranza non meno di 1/3 -
  12. Decisioni sempre alle Assemblee parlamentari e mai a singole persone o a consigli ristretti-
  13. ai Ministri e Dirigenti vari soltanto mansioni propositive ed esecutive-
  14. approvazione delle leggi previo consenso di almeno i quattro quinti dei Deputati presenti-
  15. Negli atti sociali chiarezza e trasparenza totale, ed anche nel privato (il male nasce cresce e si moltiplica quasi esclusivamente nel torbido, nel buio e nella riservatezza) –
  16. Giustizia gratuita, d’ufficio, neutra, rapida e senza sconti, con protezione certa e sicura per chi la persegue-

(Con un governo siffatto e Deputati cosi eletti non vi saranno più opposizioni, ma solo confronto, e ricerca delle soluzioni migliori). – /

 


Coma vivere nella serenità                        14.12 2003

  1. Non preoccuparsi più di tanto per le cose che non sono o non vanno come vorremmo e accettiamo le varie evenienze della vita come ogni mattino accogliamo il nuovo giorno –
  2. Rispettare e amare coerentemente tutti e tutto lasciandoci dietro sempre cose positive –
  3. Sopportare pazientemente le persone moleste e non raccogliere eventuali provocazioni o ironie –
  4. Cercare di migliorarsi, ma anche di essere contenti di come siamo, di quel che abbiamo e di quel che facciamo, altrimenti saremo sempre insoddisfatti e inquieti, anche se giovani, belli, liberi, famosi con soldi e salute –
  5. Essere sempre gentili e dare a tutti una parola buona, già il solo rivolgere un saluto o un sorriso dà serenità –
  6. Essere molto ponderati, specie nelle scelte importanti – i gravi errori causano sofferenze perenni –
  7. Non vivere nel rimpianto, esso può solo rovinarci il presente e il futuro –
  8. Pensare spesso alle cose buone o belle che abbiamo o che ci sono capitate (al sorriso di un bambino di pochi mesi) –
  9. Nella tristezza pensare che le cose potevano essere o andarci anche peggio –
  10. Non vivere nella fretta, essa dà solo disagi e non lascia godere le cose belle della vita –
  11. Operare sempre al meglio e a fin di bene, anche contrastando il male e, pensando di non essere responsabili delle ingiustizie esistenti, staremo sereni –
  12. Perdonare il male ricevuto senza rimuginare troppo e senza serbare rancore; questi servirebbero solo a farci star male e a peggiorare le cose –
  13. Fare sempre qualcosa di utile, anche per gli altri – il solo togliere un vetro o un inciampo dalla strada, pensando che per merito nostro nessuno vi si farà male, già dà serenità –
  14. Saltuariamente canticchiarsi qualche motivetto che ci è gradito–
  15. Sperare e sognare sempre cose buone e belle per il futuro, non ultimo il Paradiso.

I  d i c e

  1. Titolo
  2. Dedica - Premessa
  3. Perché credere in un Dio                   Sull’esistenza e origini di Dio
  4. //
  5. Perché credere nel Dio degli Ebrei
  6. Perché credere in Cristo figlio del Dio degli Ebrei
  7. Perché credere in qualcuno              Come capire se possiamo fidarci
  8. //
  9. Credere nelle Regole del nostro Dio               Lo spirito e l’aldilà
  10. il Paradiso                                            L’albero del Parafiso
  11. La Famiglia
  12. Regola base del lavoratore              
  13. Diritti d’autore e brevetto                 L’intelligenza                       L’Ego
  14. L’Uomo Angelo o Animale               Tasse Sociali
  15. Responsabilità sociale
  16. Massime - gioia                                  Alla Sera della vita
  17. Come meditare                                    Il Tempo personale
  18. Libertà e colpe                                    Il sesso e lo spirito umano
  19. Lasciarsi morire   -lasciar morire       -aiutare a morire
  20. Il Filosofo
  21. Idealismo e Interesse                         Condivisione di Gioie e Dolori         
  22. La felicità
  23. L’Umiltà
  24. Consumismo e Crescita
  25. Progresso o sfacelo 
  26. Amicizia e concordia  
  27. Coppie di fatto                           Il nostro futuro  
  28. Carattere e Personalità
  29.   Il Vero e Puro Amore 
  30. Riflessioni dure
  31. Vademecum vita coniugale
  32. Perché certi ragazzi si perdono
  33. Democrazia vera è
  34. Come vivere nella serenità
  35. Indice
  36. Note finali

 

Note  finali

 

E’ vietato riprodurre il contenuto del presente libretto, in qualsiasi forma, a scopo di lucro o brevetto; se ne consente però la divulgazione a scopo culturale, anche in altre lingue, a condizione che la riproduzione o traduzione aderisca perfettamente all’originale e ne dichiari la fonte di provenienza.

 

Roma, 11.10.05 – E.C.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Realizzato in proprio - Fioravanti Bruno Giuseppe -

 

AI SENSI DEL D.P.R. 445 DEL 28.12.2000 ART. 19/19BIS

DICHIARO CHE LA PRESENTE COPIA/FOTO E’ CONFORME

ALL’ORIGINALE IN MIO POSSESSO.

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Stampato il 16.09.2011 - su 36 pagine.